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Saturday, January 8, 2011

FORARE LE CASE PREFABBRICATE

    LE CASE PREFABBRICATE SONO EDIFICI ISOLATI CHE MINIMIZZANO LE DISPERSIONI TERMICHE, IN PARTICOLARE LE PERDITE PER CONVENZIONE DOVUTE ALL’INVOLUCRO ESTERNO (TETTO E PARETI).

    LA PRESENZA DI FORI E PRESE D’ARIA, NORMALI IN UN ABITAZIONE PUO’ COSTITUIRE UN PROBLEMA?


    Vorrei chiederle se potrebbe approfondire la questione se è consigliabile o no il camino nelle case prefabbricate, evidenziando i pro e i contro specificatamente al fatto che deve avere prese esterne per la fiamma, che vanificano l’ottima coibentazione di queste case.

    Inoltre con il fornello a gas in cucina bisogna assolutamente fare il foro di presa d’aria anche nelle case prefabbricate? E se prevedessimo l’areazione forzata è possibile evitare il foro?


    Ogni presa d’aria costituisce inevitabilmente un elemento di dispersione per le case prefabbricate che andrebbe eliminato alla fonte.

    Quali possono essere questi elementi in un abitazione?

    case prefabbricateIl foro della cappa della cucina, necessario per espellere gli odori dovuti alla cottura dei cibi, può essere eliminato adottando una cappa a filtri al posto di una aspirante. Il rendimento è chiaramente inferiore ed i filtri andranno puliti e cambiati regolarmente.

    Un impianto di ventilazione meccanica controllata può efficacemente risolvere il problema, ricambiando l’aria viziata della cucina in breve tempo.

    Peraltro, in questo caso specifico il foro della cappa non deve esserci proprio, in quanto può creare delle depressurizzazioni che abbassano il rendimento della VMC.

    La presenza della caldaia a gas metano impone una presa d’aria sulla parete, secondo la normativa UNI 7129/2008. Tale foro di ventilazione può essere eseguito ad una quota qualsiasi e deve avere un’apertura pari a 6 cm q per ogni kw installato. Il suo scopo è di fornire un afflusso costante di aria dall'esterno, evitando che il gas, durante la combustione, consumi tutto l' ossigeno nell'ambiente interno. Anche il fornello a gas esige la presenza di tale foro, adeguatamente dimensionato.

    Le norme prevedono infatti sia la ventilazione (afflusso dell’aria necessaria alla combustione), che l’aerazione (ricambio dell’aria necessaria sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione che per evitare miscele con un tenore pericoloso di gas non combusti).

    Tale apertura deve essere collegata con l’ambiente esterno all’edificio, non chiudibile, di almeno 100 cmq di ampiezza e protetta da una griglia o una rete metallica. Dovrebbe ovviamente essere praticata in cucina o nel locale termico.

    Come può essere evitata nelle case prefabbricate?

    Installando una pompa di calore al posto della caldaia, il problema non si pone, (ma non credo che un semplice foro sulla parete possa portare a questa scelta, che dovrà dipendere da ben altri fattori). Per la cottura, si può optare per una piastra ad induzione.

    E se installo un impianto di VMC? La normativa in materia non è molto chiara, purtroppo. Non a caso vi sono installatori e tecnici che sostengono con certezza che la ventilazione meccanica controllata non permetta di evitare la presa d’aria, ma molti altri sostengono autorevolmente il contrario, legge alla mano.

    Certamente un foro nella parete non è il massimo per il buon funzionamento dell’impianto di VMC, ma la sicurezza viene senz’altro prima del risparmio energetico. Va inoltre detto che la norma tecnica non è una legge e quindi va certamente rispettata, ma è soggetta all’interpretazione (ad esempio di un giudice). Ne deriva che non è possibile determinare in modo certo ed assoluto la necessità o no di tale foro di ventilazione nella parete (sono sicuro che qualcuno potrà smentire con certezza queste mie osservazioni..).

    Si deve ricordare che l’impianto della vostra casa in legno dovrà essere corredato di un certificato di collaudo e conformità, che la maggior parte degli impiantisti sottoscriverà solamente in presenza del famigerato foro.

    Nel caso di stufe e camini, infine, è necessario produrre un buon tiraggio, certamente non semplice nelle case prefabbricate, per l’assenza di spifferi e di dispersioni naturali. La soluzione più semplice è l’installazione di una presa d’aria. Anche in questo caso, può essere a parete (soluzione che sconsiglio nelle case prefabbricate) o direttamente sul tetto. In questo caso si tratta di una modifica alla canna fumaria, con l’inclusione di un condotto per l’aria parallelo a quello dei fumi, specifico per combustibili solidi ed adatto agli edifici senza apporto di aria dai vani dell'abitazione.

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FORARE LE CASE PREFABBRICATE


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Sunday, January 2, 2011

POMPE DI CALORE E CASE PREFABBRICATE

    LA POMPA DI CALORE E’ UN IMPIANTO CHE STA TROVANDO UN’AMPIA DIFFUSIONE NEGLI ULTIMI ANNI, ANCHE NEL NOSTRO PAESE. SI TRATTA DI UNA SOLUZIONE CHE PERMETTE DI SLEGARSI DALLA RETE PUBBLICA DEL GAS E CHE PUO’ FUNGERE SIA DA RISCALDAMENTO INVERNALE CHE DA CLIMATIZZAZIONE ESTIVA.


    Nella mia futura casa, vorrei liberarmi, per vaie ragioni, dall’utilizzo del gas metano.

    Mi hanno consigliato una pompa di calore geotermica, ma non ne ho ben compreso il funzionamento ed i vantaggi.

    Vanno bene per le case prefabbricate? Sono costose? E per la cucina, come posso fare?


    Una semplice piastra ad induzione può permettere di cucinare senza la necessità del tradizionale fornello a gas.

    Per quanto riguarda il riscaldamento, la geotermia possiede innumerevoli pregi. Con poca energia elettrica è possibile riscaldare e raffrescare la propria casa, grazie all’alto coefficiente di rendimento di questi impianti. Il difetto è solamente …. il costo. La trivellazione di uno o più pozzi (si arriva ad una profondità di circa 100 metri), unitamente alla considerevole spesa dell’impianto comporta cifre quasi mai ammortizzabili per una singola abitazione.


    pompa di calore, pompe di calore, geotermiaLe case a basso consumo, ed in particolare le case prefabbricate, richiedono una minima quantità di energia termica per la regolazione climatica. Se analizziamo questa necessità sotto il profilo puramente economico, non posso che sconsigliare un simile impianto, sovradimensionato ed improduttivamente oneroso.

    La geotermia costituisce un eccellente investimento qualora il fabbisogno termico comporti ben diverse richieste di energia, come nel caso di edifici pubblici, condomini o residence, strutture alberghiere e palazzi per uffici, ma non certo per le case prefabbricate.

    Niente pompa di calore, dunque? Non necessariamente.

    Detto in poche parole della geotermia (non è questa la sede per descriverne il funzionamento), la versione più semplice della pompa di calore, denominata "aria-acqua" presenta costi d’acquisto ed installazione senz’altro più abbordabili e permette di evitare l’allaccio al gas anche per le case in legno, pur con un coefficiente di rendimento meno elevato della versione geotermica.

    In breve, le pompe di calore sono macchine che trasferiscono calore da una sorgente a temperatura più bassa ad un’altra a temperatura più alta, secondo lo stesso principio del frigorifero e dei climatizzatori.

    Il cuore dell’impianto è costituito da un circuito chiuso, percorso da un fluido che, a seconda delle condizioni di temperatura e di pressione in cui si trova, assume lo stato di liquido o di vapore.

    Le fasi di trasformazione sono quattro, compressione, condensazione, espansione ed evaporazione.

    Nel corso del suo funzionamento, la pompa di calore consuma energia elettrica nel compressore, assorbe calore nell'evaporatore dal mezzo circostante (in questo caso aria), cede calore al mezzo da riscaldare nel condensatore (ovvero l’ acqua del riscaldamento a pavimento).

    Gli impianti più interessanti per le case prefabbricate producono perciò calore a bassa temperatura (rilasciato appunto da un pavimento radiante).

    L’energia elettrica necessaria per il funzionamento della pompa di calore è inferiore a quella termica prodotta dal sistema, con un rapporto detto C.O.P. (coefficiente di prestazione o rapporto tra energia fornita e quella consumata ) che varia a seconda del sistema utilizzato. Nel caso specifico delle pompe aria-acqua, il rapporto è in media di 1:3.

    Questo significa che per 1 kWh di energia elettrica consumato, verranno forniti 3 kWh di calore al mezzo da riscaldare.

    In tutti i casi, il favorevole coefficiente energetico rende l'utilizzo della pompa di calore notevolmente vantaggioso, in quanto fornisce più energia di quella impiegata per il suo funzionamento.

    Il rendimento sarà tanto maggiore quanto più bassa è la temperatura a cui il calore viene ceduto (nel condensatore) e quanto più alta è la temperatura della sorgente da cui viene assorbito (nell'evaporatore).

    La pompa di calore più “economica” ed indicata per riscaldare le case prefabbricate, è, pertanto, la meno efficiente in termini di rendimento percentuale.

    A titolo puramente indicativo, il migliore rendimento si ottiene con le cosiddette pompe "acqua-acqua", che sfruttano la temperatura dell’acqua di falda a ridotta profondità (tralaltro non sempre presente o sfruttabile).

    L'acqua come sorgente fredda ottimizza le prestazioni termiche di calore, senza sentire gli effetti delle condizioni climatiche esterne e tuttavia tale impianto comporta una maggiore spesa dovuta al sistema di adduzione.

    Al contrario, l'aria, come sorgente fredda, ha il vantaggio di essere gratuita e sempre fruibile in quantità illimitata; tuttavia la potenza fornita dalla pompa di calore diminuisce con la temperatura della sorgente, per cui il rendimento dell’impianto non è costante.

    Può essere interessare posizionare la sonda all’interno dell’edificio, utilizzando ad esempio l'aria presente nell’interrato come sorgente fredda.

    Esistono poi pompe di calore che cedono il calore mediante semplici ventilconvettori, ma, personalmente, se ne sconsiglia l’uso nelle case prefabbricate.

    Infine, alcune pompe permettono anche di invertire il ciclo per ottenere la possibilità di climatizzare gli ambienti nella stagione calda (bisognerebbe in tal caso deumidificare l’aria per evitare formazione di condensa sul pavimento).

    Concludendo, la pompa di calore, nella sua versione aria-acqua, può costituire un impianto interessante per riscaldare le case prefabbricate in legno. I maggiori costi rispetto alla tradizionale caldaia a gas comportano tempi di ammortamento della spesa piuttosto lunghi, che andranno valutati attentamente, caso per caso.

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POMPE DI CALORE E CASE PREFABBRICATE


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Thursday, December 2, 2010

RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE

    PER LA CLIMATIZZAZIONE INVERNALE DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO NON SERVONO IMPIANTI SOVRADIMENSIONATI, MA UN’EFFICACE INTEGRAZIONE TRA DIFFERENTI FONTI DI CALORE.


    Prossimamente acquisterò una casa prefabbricata in legno su 2 piani di circa 140/150 mq.

    Non voglio assolutamente risparmiare su pareti, serramenti e sull'isolamento del tetto.

    Sul coperto vorrei infine installare un impianto fotovoltaico.
    I miei dubbi sono legati all'impianto di riscaldamento, sentendomi sottoposto ad un bombardamento di termini come pompa di calore, ventilazione meccanica controllata, geotermia.
    Partendo dal presupposto che vorrei un camino (meglio ancora un termocamino?), poichè ho la possibilità di reperire legna gratis, è preferibile creare delle canalizzazioni dell'aria nei vari locali o è meglio collegarlo al riscaldamento a pavimento? Posso scaldare anche l'acqua
    sanitaria?
    Ovviamente il camino lo userò nei periodi più freddi dell'anno (circa 3 mesi), quindi dovrò abbinare un'altra fonte di riscaldamento che mi andrà ad integrare quest’ultimo.

    Cos'è meglio? Caldaia a biomasse, a condensazione, pompa di calore o sfruttare i pannelli … in qualche modo?


    case in legnoUn camino costituisce un’ottima fonte di calore, con un grande valore estetico-funzionale. Non può per ovvie ragioni divenire l’elemento primario del nostro riscaldamento, ma va piuttosto visto come un’efficiente integrazione alla caldaia o alla pompa di calore.

    Sino a (davvero) pochi anni fa il riscaldamento di un’abitazione era assicurato da una caldaia e dai tradizionali caloriferi. Il gas della rete pubblica costituiva al 90% la fonte di energia primaria per la climatizzazione invernale e non si parlava ancora di riscaldamento a pavimento o di valvole termostatiche. A causa delle notevoli dispersioni dovute al minimo livello di isolamento di questi edifici, i costi per il riscaldamento erano davvero alti. La maggior parte del patrimonio immobiliare del nostro paese presenta queste caratteristiche.

    Le case prefabbricate richiedono poca energia, sono isolate e trattengono efficacemente il calore. Servirà pertanto poca energia, possibilmente “pulita” e generata da impianti dimensionati correttamente.

    Va da se che si dovrebbe ragionare nell’ottica del rientro nell’investimento, rispetto ad un impiantistica “base” (una caldaia a condensazione con radiatori dotati di valvola termostatica).

    La sostituzione dei radiatori con un riscaldamento a pavimento genera un extra costo che comporta tempi di ammortamento economico tanto più lunghi, quanto maggiore è il rendimento termico dell’edificio. La presunta maggiore efficienza del pavimento radiante è peraltro tutta da dimostrare (al limite i vantaggi sono altri, estetici e funzionali).

    Le pompe di calore permettono di evitare l’allacciamento alla rete del gas. Abbinate ai pannelli fotovoltaici rappresentano una fonte di calore (escluso l’acquisto) davvero a costo zero. Ma il costo di un impianto completo con riscaldamento a pavimento è almeno doppio rispetto alla nostra base di partenza, con tempi di rientro nell’investimento di vari decenni.

    Paradossalmente si può trattare di una buona soluzione se ci riferiamo ad edifici mediamente disperdenti. Per non parlare di un impianto geotermico, poco adatto ad una singola abitazione, ma ideale per piccoli uffici o condomini. In questo caso la maggior spesa può essere ammortizzata in un tempo ragionevole, mentre per la nostra villetta occorrono centinaia di anni….!!!

    La ventilazione meccanica controllata resta un capitolo a se. La funzione principale di questo impianto è il ricambio completo del volume di aria in un certo lasso di tempo, con un recupero del calore vicino al 100%. L’alternativa, necessaria, a maggior ragione nelle case prefabbricate, è il ricambio manuale, scomodo e disperdente. Le case prefabbricate minimizzano le dissipazioni termiche, un vantaggio dal punto di vista energetico, ma la qualità dell’aria può risentire a lungo termine negativamente dell’assenza di scambi naturali con l’esterno.

    Molte ditte di case prefabbricate offrono la cosiddetta “parete traspirante”, ma si tratta soprattutto di una scelta relativa alla presenza o meno di una barriera al vapore. La realtà che gli edifici male isolati hanno il paradossale vantaggio di un ricambio naturale dell’aria (a prezzo comunque di una bolletta salata), mentre quelli a basso consumo richiedono una maggiore attenzione verso quest’aspetto (i ricambi manuali periodici o la ventilazione meccanica, appunto).

    Sono molto interessanti le caldaie a legna o a pellets (non semplici stufe, ma veri e propri impianti ad acqua), il cui costo di esercizio è basso e comunque inferiore all’utilizzo del gas metano. Si tratta anche in questo caso (e ti pareva…) di sistemi piuttosto costosi, che richiedono continue manutenzione e che devono essere dotati di un sistema di carica del combustibile meccanico ad alta autonomia, che eviti la continua necessità di azioni manuali.

    Riassumendo, la caldaia a condensazione resta un impianto interessante (a radiatori o a pavimento), economico ed efficace.

    Le case prefabbricate richiedono infatti poca energia per il riscaldamento.

    Al nostro impianto possiamo abbinare dei pannelli solari termici per la produzione dell’acqua sanitaria, meglio ancora se integrati con il riscaldamento.

    Una piccola stufa in maiolica o un camino ad aria possono completare un pacchetto impiantistico ideale per le case in legno, con una spesa senz’altro interessante.

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RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE


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Wednesday, September 29, 2010

CASE PREFABBRICATE IN LEGNO AUTOSUFFICIENTI

    È POSSIBILE ELIMINARE LA TRADIZIONALE CALDAIA DALLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO? E’ UNA DOMANDA CHE MI VIENE POSTA SPESSO.

    E’ POSSIBILE REALIZZARE UN’ABITAZIONE DEL TUTTO INDIPENDENTE DAI SERVIZI DI FORNITURA DEL GAS E DELL’ELETTRICITÀ? IN VIA TEORICA, OVVIAMENTE, SI.

    TUTTAVIA IL MITO DELL’ABITAZIONE AUTOSUFFICIENTE VA UN PO’ RIDIMENSIONATO.

    Qual è il duplice scopo da perseguire?

    Realizzare un’abitazione ecologica che grazie ad un corretto isolamento riduca le emissioni e contenga i costi energetici.

    Rispetto all’edilizia corrente si tratta evidentemente di un grandissimo risultato.

    Se potessimo agire su grande scala, i benefici ambientali ed economici sarebbero impressionanti con effetti immediati sull’intero ecosistema, proprio per il peso del settore dell’edilizia sul clima e sugli stessi mercati finanziari.
    Rispetto ad una casa tradizionale poco efficiente i consumi delle case prefabbricate possono essere inferiori sino al 60-70%, senza accorgimenti particolari. Un’impiantistica basata su un intelligente utilizzo di energie rinnovabili può portare questo risultato al 80-90%. E’ necessario spingersi oltre e a che prezzo?
    bioedilizia, risparmio energeticoUna casa in grado di non consumare energia si definisce passiva. Questo risultato si raggiunge solamente con l’involucro, senza l’ausilio di impianti (solari o a biomasse), ma grazie all’alto isolamento e agli apporti del sole durante la stagione invernale. Le case passive però richiedono una progettazione basata su soluzioni tecniche che possono risultare scomode per le esigenze di una normale famiglia, come la disposizione a corte degli ambienti attorno ad una serra vetrata capace di funzionare da serbatoio di calore durante i mesi freddi (da aprire durante la stagione estiva) e altri accorgimenti spesso vincolanti.
    Una corretta progettazione che tenga conto dell’orientamento e di un utilizzo ottimale del calore del sole può migliorare efficacemente il rendimento energetico dell’involucro edilizio, senza stravolgere le esigenze distribuitive dei vari ambienti interni.
    Nella scelta della dotazione impiantistica si dovrà tenere conto necessariamente dei diversi tempi di ammortamento dei costi tra un solare termico, una caldaia a pellets o un impianto eolico o geotermico.

    Il rientro negli investimenti è spesso lungo e non sempre l’acquisto risulta conveniente, soprattutto nel caso di un iper-dimensionamento degli stessi o nella sovrapposizione delle funzioni energetiche, dovuto quasi sempre all’eccesso di entusiasmo da parte del cliente.
    Le alternative sul mercato sono moltissime e andranno attentamente ponderate in base allo stile di vita del nucleo abitativo, quotidiano e stagionale, sull’ubicazione geografica, le caratteristiche morfologiche del terreno, l’eventuale disponibilità di legname da combustione.

    Un corretto dimensionamento impiantistico non dovrebbe in ogni caso essere valutato perseguendo il miraggio di un’autosufficienza energetica, pur in presenza di un’abitazione termicamente efficiente. Si deve necessariamente tenere conto della variabilità delle condizioni energetiche, soprattutto se ci affidiamo al sole come fonte principale. Giornate di grande freddo o di nebbie persistenti sono sempre possibili per molti mesi, limitando fortemente la produzione di energia (elettrica o termica) dei pannelli solari. Vi è dunque la necessità di sopperire ai cali di produzione o alla richiesta di picchi di energia, integrando le fonti rinnovabili che abbiamo per l’impiantistica principale con opportuni ausili secondari. Il contributo di questi impianti di supporto può essere sporadico e limitato appunto a condizioni di punta momentanee.
    Il loro utilizzo mirato a situazioni eccezionali ne suggerisce un minimo investimento economico. Ecco perché la scelta più intelligente per le case prefabbricate è spesso la dotazione di una piccola caldaia a gas (meglio se a condensazione, vista le attuali minime differenze di prezzo) in grado di funzionare solo quando risulta strettamente necessario il suo contributo energetico. Le bollette di luce e gas saranno sempre leggere, mentre la loro radicale eliminazione risulterà possibile solo a fronte di investimenti economici impegnativi, in ogni caso superiori al beneficio ottenuto e quasi mai realmente giustificabili.
    Ricordiamoci che l’acquisto delle case prefabbricate in legno riduce a priori drasticamente i consumi, mentre i produttori di questi impianti hanno tutto l’interesse a venderci i loro prodotti, così come i tecnici e gli impiantisti interpellati spingeranno molto per convincerci al loro acquisto.
    Puntiamo dunque al massimo dell’efficienza, tenendo presente che si tratta di un investimento mirato ad un ritorno, sia ecologico che economico. Si tratta di individuare la migliore combinazione possibile tenendo conto di fattori estremamente individuali, che possono risultare del tutto errati per un’altra famiglia o in un altro contesto.

    Con le case prefabbricate, non esiste mai una ricetta assoluta da applicare indistintamente in tutte le situazioni.
    Il bravo tecnico dovrebbe supportarvi in questa scelta imparzialmente, senza interessi personali di sorta, indirizzandovi ad assemblare una sintesi energeticamente efficiente tra impianti tra loro compiutamente complementari.

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CASE PREFABBRICATE IN LEGNO AUTOSUFFICIENTI


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Thursday, July 22, 2010

CASE PREFABBRICATE AUTOSUFFICIENTI

    LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO PERMETTONO DI REALIZZARE COSTRUZIONI ISOLATE DAI BASSISSIMI CONSUMI ENERGETICI, IN MODO SEMPLICE E VELOCE. SINO A CHE PUNTO E’ POSSIBILE SPINGERE VERSO L’ALTO LE PRESTAZIONI SENZA FAR LIEVITARE I COSTI?

    “Vorrei realizzare una casa prefabbricata passiva o, quanto meno, staccarmi il più possibile dagli enti erogatori di gas ed elettricità. Mi sembra di capire che una casa tradizionale di questo tipo costerebbe moltissimo, mentre con le case prefabbricate sarebbe teoricamente possibile”.


    “Ho una casa molto grande e dispersiva. La mia prossima abitazione dovrebbe essere il più possibile indipendente, con un gran numero di impianti solari termici e fotovoltaici o, magari, l’eolico”.


    Qual è il prezzo dell’autosufficienza energetica?


    In molti casi le case prefabbricate in legno permettono di risparmiare sino al 90% sul prezzo delle bollette rispetto ad un pari edificio in muratura, senza adottare particolari accorgimenti.

    case prefabbricate, case passiveSi tratta di dati molto significativi che dovrebbero far riflettere chi si accinge a costruire la propria abitazione in questo periodo. Senza particolari accorgimenti tecnici (un buon progetto aiuta in ogni caso) le case prefabbricate standard attualmente presenti sul mercato italiano permettono un effettivo risparmio, tanto sul prezzo di acquisto, quanto sui costi di esercizio.

    A mio parere si dovrebbe ricercare il miglior rapporto q/p ed accettare di dipendere dai gestori delle reti energetiche per la parte restante che avrà dei picchi significativi in estate e in inverno. Per la maggior parte dell’anno una casa in legno ben concepita consumerà un minimo quantitativo di energia.

    Vale la pena di spingere le prestazioni oltre questo 90%, sino a consumi di tipo “passivo”?

    Una casa passiva è una costruzione che consuma tanta energia quanto ne produce.

    Questa energia può essere ottenuta con sistemi captanti, in grado di immagazzinare l’energia solare, o con impianti solari o la ventilazione meccanica controllata a recupero di calore. Questi impianti hanno un costo e dei tempi di recupero dell’investimento, ma solitamente si tratta di una buon scelta che permette di rientrare in tempi ragionevoli nell’investimento. L’importante è una buona progettazione impiantistica che eviti un sovradimensionamento immotivato degli stessi. Ricordiamo che stiamo pur sempre parlando di edifici a basso consumo. Se voglio eliminare delle bollette di per sè leggere attraverso un impianto fotovoltaico con annessa pompa di calore geotermica, devo essere conscio che i tempi di ammortamento saranno di parecchi decenni, un periodo difficilmente giustificabile per una singola abitazione unifamiliare.

    Sul mercato sono disponibili varie soluzioni integrate, adatte per tutte le esigenze. Se avremo sul tetto qualche Kw di fotovoltaico può essere interessante sfuggire alla rete del gas, dotandoci di piastre ad induzione per la cucina e di un impianto di riscaldamento che sfrutti il surplus elettrico come le pompe di calore aria-acqua o i pavimenti radianti elettrici, che utilizzano delle resistenze al posto della classica serpentina.

    Qualsiasi scelta si faccia, dovrebbe essere sempre improntata alla ragionevolezza. Le moderne caldaie a condensazione hanno costi interessanti e possono lavorare poco all’interno delle case prefabbricate, limitando i consumi. Il solare termico (imposto o no dal Comune di appartenenza) va montato senza indugi e possibilmente integrato nel riscaldamento. In ogni caso spendiamo con moderazione ed intelligenza.

    Questione involucro edilizio. Anche in questo caso si può fare molto senza eccessivi aggravi di costo sul prezzo dell’edificio. Aumentare lo spessore del cappotto migliora senz’altro la coibentazione invernale dell’edificio. Una fibra di legno ad alta densità avrà una maggiore capacità smorzante rispetto all’onda termica estiva di una lana di roccia leggera. Un triplo vetro isolerà meglio di un vetro doppio (ma limiterà il guadagno termico passivo). Esistono sul mercato delle costruzioni in legno tante soluzioni interessanti ed ogni ditta di case prefabbricate offre una gamma di pareti e diversi assemblaggi di materiali, adatti per tutte le esigenze.

    Persino l’isolamento dell’attacco a terra dell’edificio può essere migliorato con grande beneficio sulle prestazioni energetiche. Anche in questo caso il mio consiglio è di richiedere le eventuali differenze di prezzo per le migliorie dell’involucro, valutando il beneficio nel tempo nell’ottica dell’investimento.

    Una spesa eccessiva non servirà comunque a molto e si trasformerà inevitabilmente in un costo inutile.

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CASE PREFABBRICATE AUTOSUFFICIENTI


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Saturday, July 17, 2010

L’IMPIANTISTICA PER LE CASE PREFABBRICATE

    LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO SONO EDIFICI A TUTTI GLI EFFETTI CHE RICHIEDONO UN’IMPIANTISTICA “ADEGUATA” PER RAGGIUNGERE OTTIMALI CONDIZIONI DI COMFORT TERMICO, OLTRE CHE PER I NORMALI UTILIZZI QUOTIDIANI.


    Come ribadito a più riprese, non vi è necessità di sovradimensionare gli impianti, ma si dovrà raggiungere un buon equilibrio tra spesa da sostenere ed effettiva necessità di energia.

    Le case a basso consumo consumano poca energia.

    Di conseguenza è preferibile scegliere una buona integrazione tra due o tre fonti e lasciare che sia l’edificio stesso a richiedere l’intervento della caldaia o del solare termico (per fare un esempio) a seconda della disponibilità e delle esigenze del momento.

    Riscaldamento e protezione passiva dell’edificio dovranno surrogare in buona parte i consumi energetici, ma in molti casi i “picchi” di caldo e freddo richiederanno il supporto degli impianti.

    case in legno, case di legno, casa di legnoL’installazione di impianti costosi e sovrabbondanti difficilmente verrà ammortizzata e non apporterà particolari benefici microclimatici o sulle bollette energetiche. La scelta dovrà essere fatta pertanto in base a specifici fattori e dovrà tenere conto prevalentemente delle condizioni climatiche locali e dello stile di vita del nucleo familiare.

    Ho ritenuto quindi opportuno mettere in evidenza gli articoli attualmente già pubblicati che si sono occupati di vari aspetti attinenti l’argomento impianti per le case prefabbricate.


    GLI IMPIANTI PER LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

    Una breve carrellata delle soluzioni più idonee per la regolazione climatica delle case prefabbricate, scegliendo impianti a basso consumo e dal costo contenuto.


    L’IMPIANTO ELETTRICO DELLE CASE PREFABBRICATE

    La predisposizione di tubazioni vuote e scatole di derivazione già all’atto della produzione delle case prefabbricate impone un certo impegno da parte del cliente e costringe a pensare in anticipo alla disposizione dell’arredamento, evitando improvvisazioni e scelte dell’ultimo minuto.


    LA VENTILAZIONE MECCANICA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

    Un impianto poco conosciuto, persino essenziale per assicurare un’efficienza energetica di prima classe ed un ricambio completo dell’aria delle case prefabbricate.


    IL SOLARE E LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

    Il solare è di moda. Non tutto è oro quello che luccica e si deve conoscere i pro ed i contro della tecnologia attualmente sul mercato e degli incentivi attualmente previsti dalla normativa.


    RISCALDAMENTO A RADIATORI O A PAVIMENTO NELLE CASE IN LEGNO?

    Il riscaldamento a pavimento è ancor più di moda. I moderni radiatori con valvola termostatica garantiscono costi inferiori ed efficienza energetica e in molti casi restano la scelta migliore.


    BIOMASSE: RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO CON … IL LEGNO

    Una casa naturale merita di essere climatizzata con fonti energetiche sostenibili. Si tratta di un buon investimento impiantistico a costi piuttosto interessanti e di una piacevole scelta per la nostra casa, anche di arredo.


    IL BENESSERE DELL’EDIFICIO, UNA VIRTU’ POCO CONOSCIUTA

    Aria condizionata e case prefabbricate.

    Concludiamo con questo “vecchio” articolo che ricorda che non tutti gli impianti sono in grado di offrire il medesimo comfort termico.

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L’IMPIANTISTICA PER LE CASE PREFABBRICATE


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Thursday, July 1, 2010

L’IMPIANTO ELETTRICO DELLE CASE PREFABBRICATE

    L’IMPIANTISTICA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO NON SI DIFFERENZIA PARTICOLARMENTE DA QUELLA INSTALLATA NELLE CASE TRADIZIONALI. LE ESIGENZE FUNZIONALI SONO LE MEDESIME E RIBADISCONO L’ANALOGIA TRA COSTRUZIONI IN MURATURA E CASE IN LEGNO.


    Negli edifici realizzati dalle imprese di costruzioni, pur essendo quasi sempre presente uno schema di impianto elettrico, già prima della sua realizzazione sul cantiere, il cliente non si interessa particolarmente della disposizione delle prese, delle luci e degli interruttori. Il progetto impiantistico è solitamente mirato all’ottenimento della concessione e diventa uno dei tanti documenti da produrre per il Comune o, al massimo, serve per redigere un offerta economica da parte della ditta esecutrice. Va da se che poco importa, in particolare al committente finale, la disposizione locale per locale e l’effettiva rispondenza con quanto andrà eseguito davvero successivamente all’interno delle pareti. Il tempo a disposizione è molto e solitamente si rimanda ad una fase avanzata della costruzione ogni decisione relativa agli impianti. La tracciatura in cantiere (con tanto di spray colorato e “graffiti” sulle pareti) è consuetudine diffusa, per non dire la regola. L’impresa di costruzione si limita ad eseguire l’assistenza muraria e predispone “a regola d’arte” la devastazione dei muri interni, all’interno dei quali verranno posate le tubazioni vuote e le scatole di derivazione. case prefabbricate

    Questo sistema ha l’indubbio vantaggio di non impegnare troppo nelle decisioni il committente, che ha tutto il tempo di dedicarsi ad altro.

    Le case prefabbricate in legno, al contrario, presentano il “grave” difetto di costringere il cliente a prevedere ogni singolo punto dell’impianto, in quanto la predisposizione andrà (quasi sempre) eseguita in produzione. Le pareti giungeranno pertanto in cantiere con i tubi e gli attacchi già inseriti nelle pareti. Ergo, il cliente delle case prefabbricate in legno dovrà preventivamente studiare a fondo il proprio impianto elettrico e dedicarci possibilmente un certo tempo, studiando in particolare l’arredamento e la disposizione dei mobili. La cucina stessa richiederà, oltre all’impegno immaginifico, un vero e proprio progetto esecutivo che tenga conto di distanze ed altezze di ogni singola presa, luce od interruttore. Un lavoro sicuramente faticoso, che dovrà inevitabilmente precedere la campionatura della casa. Sottovalutare l’impianto elettrico delle case prefabbricate può portare a compiere errori piuttosto importanti, che potrebbero penalizzare parecchio la funzionalità generale dell’edificio o a costringere all’antiestetico abuso delle famigerate “ciabatte”. Il consiglio tecnico del progettista o dell’addetto alla campionatura ovviamente limiterà i danni, ma nessuno meglio del cliente stesso può conoscere le proprie esigenze.

    Paradossalmente la tracciatura volante direttamente sulla tramezza in laterizio può agevolare il pigro committente tradizionale, in quanto vi è una bella differenza tra trovarsi fisicamente nello spazio della propria casa, percepibile e tangibile, e leggere una piccola piantina bidimensionale, non sempre intuibile quanto a dimensioni.


    A questo punto la domanda sorge spontanea (citando un recente quesito di un lettore):

    “Vorrei sapere se è possibile aggiungere delle prese o punti luce in un momento successivo o ci possono essere problemi per le pareti”.


    La predisposizione dell’impianto elettrico limita al minimo gli interventi sui muri delle case prefabbricate.

    E’ intuibile che si dovrebbe evitare di tagliare le pareti in legno, anche in presenza di eventuali contro camere per gli impianti ed a maggior ragione quando i tubi corrugati attraversano l’isolamento. Tuttavia può verificarsi la necessità di potenziare l’impianto anche a struttura già montata. Meglio sarebbe farlo prima della stuccatura del cartongesso, ma se l’intervento è inevitabile conviene comunque affidarci all’azienda costruttrice stessa o ad una ditta specializzata, che saranno in grado di eseguire il lavoro senza conseguenze sulla tenuta e la stabilità del fabbricato.

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L’IMPIANTO ELETTRICO DELLE CASE PREFABBRICATE


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Wednesday, February 10, 2010

IL SOLARE E LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

    SOLE E LEGNO, RISPARMIO ENERGETICO E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE.
    IL SOLE E’ LA FONTE DI ENERGIA PULITA CHE MEGLIO SI ACCORDA CON LE CARATTERISTICHE DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO.

    Al di là dei facili slogan ecologisti, si pone il problema di comprendere nel concreto delle scelte impiantistiche quali siano le alternative basate sullo sfruttamento dell’energia solare più adatte al caso nostro e perché.
    La diffusione di questi sistemi nel nostro paese ha reso sempre più semplice reperire approfondite informazioni in merito agli impianti solari più adatti alle abitazioni a risparmio energetico ed, in particolare, alle case prefabbricate in legno.
    Sostanzialmente questi impianti si dividono in due distinte categorie, i cosiddetti pannelli solari termici, il cui fine è la produzione di acqua calda ed i pannelli solari fotovoltaici, in grado di produrre direttamente energia elettrica.
    Brevemente, il solare termico si basa sull’impiego di collettori o pannelli contenenti una serpentina attraversata da un fluido termovettore, solitamente una miscela contente glicole, e da un accumulo, la cui funzione è di immagazzinare l’energia assorbita e di conservarla per l’utilizzo, sia che si tratti di acqua sanitaria o di calore da cedere all’impianto per il riscaldamento.
    case prefabbricate, case prefabbricate in legnoIl solare fotovoltaico, al contrario, non produce calore, ma è in grado di produrre direttamente corrente elettrica, grazie all’impiego di speciali celle fotovoltaiche, basate sull’impiego del silicio, opportunamente trattato, la cui efficienza può essere variabile a seconda della tecnologia impiegata per la loro costruzione. Analogamente i prezzi possono variare molto a seconda dei rendimenti energetici, anche se il parametro che interessa maggiormente al cliente è il costo al Kw, sostanzialmente uniforme per tutti i sistemi.
    Senza entrare troppo nel tecnico, in questa sede interessa pittosto comprendere se l’installazione di questi impianti sul tetto delle case in legno convenga davvero.
    Si tratta evidentemente di due sistemi del tutto differenti, persino complementari. L’uno non esclude l’altro, a patto di avere a disposizione una superficie del tetto, possibilmente orientata a sud, sufficiente per contenere i pannelli. Va detto che possono essere necessari parecchi mq e che non dovrebbero esserci limitazioni alla captazione del sole durante il giorno e per tutto l’anno.
    Un orientamento scorretto, la presenza di ostacoli come edifici alti, alberature, colline, in grado di limitare l’efficienza del sistema, dovrebbero sconsigliarne l’installazione. I costi, soprattutto nel caso del solare fotovoltaico, sono piuttosto importanti, pur a fronte di interessanti incentivi quali il Conto Energia, in particolare il cosiddetto "scambio sul posto" con l’ente erogatore dell’energia elettrica. Poiché questo sistema si può banalizzare in una semplice compensazione sulla bolletta, è opportuno un corretto dimensionamento in base ai consumi effettivi di elettricità del nucleo familiare. Un sovradimensionamento dell’impianto avrebbe il solo effetto di aggravare la spesa da sostenere, senza effettivi vantaggi (produrre 100 per consumare 50 conviene solo al gestore). Restano alcuni punti interrogativi. Difficilmente si è in grado di rientrare nell’investimento fatto, minimo 15-18.000 €, in meno di 12 anni. La tecnologia attualmente in commercio è, a detta degli stessi produttori, al termine del proprio ciclo. Le celle fotovoltaiche del futuro prossimo, avranno rendimenti molto più alti e renderanno velocemente obsoleti i pannelli odierni, con un repentino abbassamento dei prezzi. E’ un po’ come acquistare un’auto che sta uscendo di produzione, affidabile ma oramai superata. Lo stesso programma di incentivazione, la cui durata è ventennale, appare piuttosto bizzarro e va a gravare sulla bolletta elettrica di chi il fotovoltaico non ce l’ha.
    Capitolo solare termico. I costi sono molto più bassi, in genere non superiori a 5.000 €. Il rendimento elevato di questi impianti li rende efficienti tutto l’anno, in particolare dove vi è ampia disponibilità di radiazione. Inoltre la possibilità di sfruttare il calore sia per produrre acqua calda sanitaria che per l’impianto di riscaldamento rende il solare termico estremamente interessante nell’ottica di un’integrazione con la caldaia o la pompa di calore, a seconda della fonte di energia scelta, soprattutto in presenza di un impianto a pavimento a bassa temperatura.
    In questo caso l’accumulo di acqua calda dovrà avere un dimensionamento adeguato all’utilizzo, anche 500-800 litri ed andrà installato in un opportuno locale tecnico. Si tratta in questo caso di un investimento estremamente remunerativo, in grado di far rientrare la spesa nel giro di pochi anni, con grandi vantaggi economici ed ecologici, in quanto dovremmo bruciare molto meno gas (o sfruttare meno energia elettrica, basata sul petrolio, se abbiamo una pompa di calore).
    Concludendo, le case prefabbricate sono edifici a basso consumo di energia e mirano alla sostenibilità ambientale. Scegliere un impianto solare può costituire un importante compendio energetico, nel caso del termico quasi necessario.

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IL SOLARE E LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO


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Tuesday, October 20, 2009

BIOMASSE: RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO CON … IL LEGNO

    DA ALCUNI ANNI SONO REPERIBILI SUL MERCATO SISTEMI PER IL RISCALDAMENTO DOMESTICO BASATI SULL’IMPIEGO DEL LEGNO, ASSAI EFFICIENTI ED ECOLOGICI. UNA MODERNA CALDAIA A PELLETS PUO’ DEGNAMENTE SOSTITUIRE UN TRADIZIONALE BRUCIATORE A GAS, ABBINANDO OTTIMI RENDIMENTI, BASSE EMISSIONI E COSTI DI GESTIONE CONTENUTI, LIBERANDOCI PER SEMPRE DALLA SCHIAVITU’ DELLA BOLLETTA. ANCHE PER LE CASE PREFABBRICATE.

    Nonostante i molti pregi, il legno come fonte di energia resta relegato nelle nostre abitazioni all’interno dei caminetti ed delle stufe. Spesso si sceglie questa soluzione spinti dal bisogno di ritrovare il piacere di stare a casa, più per ciò che un focolare rappresenta a livello emotivo che per una vera e propria funzione energetica. Un oggetto di arredo scelto per motivazioni per lo più estetiche che verrà utilizzato poche volte l’anno per evitare la fatica di pulire le ceneri e la fuliggine o l’eventuale fumo prodotto. In realtà stufe e camini possono integrare e persino sostituire efficacemente la caldaia a gas, soprattutto nelle versioni ad aria. Il calore prodotto tende a salire verso l’altro e può riscaldare buona parte della nostra abitazione, soprattutto in presenza di una casa su due piani. case prefabbricate, case prefabbricate in legno
    Un camino tradizionale, al contrario (nelle versioni senza camera di combustione), fornisce prevalentemente calore per irraggiamento e non è in grado di innalzare la temperatura dell’abitazione. Il massimo dell’efficienza si raggiunge quando al camino si abbina un sistema impiantistico vero e proprio dotato di canalizzazioni e ventilatori in grado di diffondere il calore in tutti gli ambienti. Ovviamente il dimensionamento del caminetto andrà fatto in base al volume d’aria da scaldare. I vantaggi sono molteplici, a partire dal prezzo, ma non vanno trascurati alcuni difetti, quale la necessità di reperire tanta legna, da accastare in quantità in un apposito locale o all’esterno dell’abitazione; il caricamento poi va effettuato manualmente e questo è evidentemente un problema, soprattutto per chi lavora tutto il giorno; l’aria calda prodotta è infine molto secca ed è quindi necessario intervenire con un impianto umidificatore per non avere problemi alle vie respiratorie.
    Il consiglio resta quello di integrare l’impianto a gas nelle nostre case prefabbricate con un camino od una stufa ad aria, ma non di basare il riscaldamento su questa soluzione. A fronte di un costo iniziale maggiore, i rendimenti complessivi saranno ottimizzati e sarà possibile rientrare rapidamente nell’investimento.
    Per disporre di un sistema a legna realmente autosufficiente si dovrà necessariamente pensare ad una caldaia a biomasse. Non si tratta in questo caso di una semplice stufa ad aria da posizionare in soggiorno ma di un vero e proprio bruciatore in grado di scaldare l’acqua per il riscaldamento, a radiatori o a pavimento, e per tutti gli altri usi domestici. Esistono molti modelli che variano per potenza e per il formato del legno con cui andrà caricata la caldaia. Chiaramente andranno evitati quei sistemi che richiedono un continuo intervento manuale. Il successo del pellet dipende proprio dalla possibilità di essere disponibile come un vero e proprio carburante da stoccare in un serbatoio funzionalmente collegato alla caldaia stessa. L’alto potere calorico del pellet dovuto all’ottimale essicazione e la sua manegevolezza ne ha decretato un crescente successo, che lo fa preferire al legno in tronchi o al cippato di legno. Il prezzo del pellet resta comunque sensibilmente più alto rispetto al tradizionale legno da segheria, anche se appare piuttosto interessante rispetto al gas metano o al gasolio da riscaldamento.
    I costi di una caldaia a pellets non sono mai trascurabili e pertanto è necessario valutarne l’effettiva convenienza in base agli effettivi consumi. Le case prefabbricate in legno richiedono poca energia rispetto alle abitazioni tradizionali, per cui è inevitabile un’ulteriore dilatazione dei tempi di rientro nell’investimento. Il pellet è poi a tutti gli effetti un combustibile sottoposto alle leggi economiche del mercato. Non è possibile pertanto prevedere le future oscillazioni dei prezzi legati al rapporto tra domanda ed offerta. I costi all’origine restano bassi, in quanto gli scarti della produzione di manufatti in legno trovano completo riutilizzo in questa forma. Tuttavia l’utente finale deve fare i conti con gli inevitabili rincari che il pellet subisce tra i vari passaggi, rischiando negli prossimi anni di pagare un conto salato, a fronte di scenari energetici attualmente non prevedibili.

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BIOMASSE: RISCALDARE LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO CON … IL LEGNO


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Sunday, September 13, 2009

LA VENTILAZIONE MECCANICA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

    UN IMPIANTO CHE SPESSO VIENE OFFERTO A CORREDO DELLE ABITAZIONI A BASSO CONSUMO E’ LA COSIDDETTA "VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA A RECUPERO DI CALORE". UNA DENOMINAZIONE ALQUANTO COMPLESSA PER UN SISTEMA SEMPLICE ED EFFICACE PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DELL’ARIA E L’EFFICIENZA ENERGETICA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO.

    Questo impianto provvede al ricambio completo dell’aria dell’abitazione garantendo sempre aria fresca e salubre che può essere preraffreddata in estate e preriscaldata in inverno mediante un recuperatore di calore ad alta efficienza.

    In sintesi il funzionamento:

    1. L’aria fresca proveniente dall’esterno viene filtrata ed immessa nell’abitazione tramite l’aspiratore.
    2. Lo scambiatore di calore provvede a cedere calore o a raffreddare l’aria portandola alla temperatura voluta, in base alla stagione.
    3. Un recuperatore di calore cede l’energia dell’aria di scarico all’aria fresca, con un rendimento superiore al 90%. Per impianti moderni è inoltre possibile agire anche sul grado di umidità dell’aria, con un controllo preciso del microclima.
    4. L’aria fresca temperata raggiunge gli ambienti di soggiorno, mentre l’aria viziata proveniente da quelli di servizio viene espulsa all’esterno.

    case prefabbricate, case prefabbricate in legnoLo scopo di questo impianto è di sostituire le aperture manuali delle finestre, necessarie al ricambio d’aria sopratuttutto nelle abitazioni a tenuta come le case prefabbricate in legno. Ventilare manualmente comporta grandi dispersioni di calore che possono essere evitate con la ventilazione meccanica, con costi di gestione irrisori. Trattandosi fondamentalmente di due semplici ventilatori, il costo sulla bolletta elettrica sarà del tutto trascurabile, ma i risparmi più consistenti si avranno al contrario dal minore fabbisogno di energia per il riscaldamento ed il raffrescamento dell’abitazione, identificando questo impianto come un’importante integrazione al sistema termico.
    Non a caso la certificazione dell’edificio trarrà grossi benefici dalla presenza della ventilazione, al punto che è possibile quasi sempre il passaggio alla classe energetica superiore. Una Classe B si trasformerà in Classe A e così via.
    Ma non solo. Verranno eliminati fumo e odori, pollini, microorganismi, umidità ed aria viziata, con un funzionamento semplice e minime manutenzioni. Il benessere di una casa in legno con l’apporto prezioso della ventilazione meccanica impedirà la formazione di muffe, con condizioni ottimali di salubrità, assenza di correnti d’aria e conseguente riduzione di malattie all’apparato respiratorio.
    Dal punto di vista estetico, a parte le piccole bocchette di immissione ed emissione, l’impianto è virtualmente invisibile e non vincola l’arredamento dell’abitazione.
    Ovviamente possiamo aprire le finestre quando vogliamo, ma non sarà più necessario.
    Va detto poi che non esiste il problema della trasmissione di rumori tra una stanza e l’altra o di sentire le ventole, in quanto tutto il sistema è isolato acusticamente.
    Come detto più volte, le case prefabbricate in legno sono abitazioni a basso consumo di energia, per cui gli impianti andranno sottodimensionati, soprattutto a fronte di un progetto mirato al risparmio passivo di energia. La ventilazione meccanica controllata è tuttavia un impianto intelligente e molto adatto a completare termicamente le case prefabbricate di legno. Si tratta di un investimento che andrà compreso a fondo nei vantaggi reali che trarremo dalla sua installazione. In genere i costi non sono leggerissimi, ma andranno soppesati attentamente come investimento nel tempo, grazie all’effettivo risparmio economico che producono.

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LA VENTILAZIONE MECCANICA DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO


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Friday, July 17, 2009

RISCALDAMENTO A RADIATORI O A PAVIMENTO NELLE CASE IN LEGNO?

    NEGLI ULTIMI ANNI HANNO AVUTO UNA LARGHISSIMA DIFFUSIONE GLI IMPIANTI A PANNELLI RADIANTI ABBINATI SOLITAMENTE ALLE MODERNE CALDAIE A CONDENSAZIONE AL POSTO DEI TRADIZIONALI RADIATORI.

    Il motivo del successo degli impianti a pavimento va ricercato nel superamento dei difetti che caratterizzavano in passato i vecchi impianti come la difficoltà di regolazione e i problemi di circolazione con sensazione di gonfiore e pesantezza agli arti inferiori. Si trattava solitamente di sistemi centralizzati ad alta temperatura installati nei condomini, del tutto diversi dai moderni ed efficienti impianti a bassa temperatura di esercizio dei nostri giorni che offrono elevati standard di confort abitativo, abbinabili oltretutto a impianti che utilizzano oltre al gas fonti di energia rinnovabile come caldaie a pellets, legna o pompe di calore.
    case prefabbricate in legnoIl calore è ceduto all'ambiente quasi interamente per irraggiamento, poiché l'intero pavimento diventa superficie riscaldante la cui ampiezza permette di abbassare la temperatura dell'acqua fino a 29°C (al massimo 35°C).
    I vantaggi, e non solo nelle case prefabbricate, sono molteplici in quanto migliora il benessere termico riducendo i consumi, riscalda (e raffresca, se previsto) senza movimentare l'aria, aumenta la superficie utilizzabile degli ambienti senza il vincolo dei radiatori, non solleva polveri perché non movimenta aria per conduzione in quanto opera per effetto radiante con ottimizzazione dei flussi e distribuzione ottimale del calore in tutta l’abitazione.
    Il concetto di riscaldare gli ambienti dal basso risale persino agli antichi romani che misero a punto una raffinata tecnica costruttiva costituita da un pavimento rialzato ed intercapedini murarie perimetrali nelle quali circolava l'aria calda prodotta da un focolare ubicato nei locali inferiori dell'edificio.
    Il risparmio ottenibile con la bassa temperatura di esercizio è tuttavia compensato dai maggiori costi d’installazione e dalla difficoltà di intervento in caso di guasto alle serpentine o modifiche all’impianto.
    Vi sono altri aspetti di cui tenere conto e che sollevano più di un dubbio sull’efficace utilizzo dei pavimenti radianti nel caso delle abitazioni a basso consumo come le case prefabbricate in legno.
    L’effetto radiante coinvolge tutto il pacchetto del solaio che viene attivato per inerzia termica, trattenendo e rilasciando gradualmente il calore. Questo significa che l’impianto funziona a bassa temperatura, ma praticamente SEMPRE.
    I tradizionali radiatori (dotati però ASSOLUTAMENTE di valvola termostatica) si disattiveranno una volta raggiunta la temperatura desiderata. I locali maggiormente riscaldati dall’effetto del sole come le stanze ubicate a sud o in presenza di grandi vetrate possono non necessitare di essere riscaldate e l’impianto tradizionale potrebbe limitarsi nelle case prefabbricate ai picchi invernali, alle giornate di pioggia o nebbia o a funzionare per riscaldare i locali più freddi come quelli rivolti a nord.
    In ogni caso il radiatore, non avendo il problema dell’inerzia termica, si attiva o disattiva immediatamente, utilizzando l’energia solo se strettamente necessario.
    Il risparmio iniziale, dovuto al minor costo dell’impianto, rischia di essere rafforzato dalla minima richiesta di energia, dovuta all’ottimizzazione della risposta termica. Le case prefabbricate in legno richiedono poca energia e quel poco di calore verrà fornito efficacemente dai radiatori solo quando risulterà necessario. Al contrario un riscaldamento a pannelli radianti, pur funzionando a bassa temperatura, comporterà un funzionamento pressoché continuo con minori possibilità di termoregolazione. Il rischio nel caso delle case prefabbricate è inoltre, nelle giornate soleggiate, di un eccessivo riscaldamento degli ambienti, dovuto alla difficoltà di diminuire la temperatura in poco tempo, pur rimarcando tutti i vantaggi sopra descritti che fanno del riscaldamento a pavimento una alternativa da valutare con estrema attenzione, soppesando i pro e i contro tra le diverse soluzioni.
    Non ultimo, andrà considerato lo stile di vita degli occupanti stessi dell’abitazione e l’utilizzo che verrà fatto dell’edificio. Se i proprietari vivono all’esterno la maggior parte del tempo o il fabbricato non viene utilizzato in modo continuativo, appare senz’altro consigliabile un impianto di tipo tradizionale, mentre se l’abitazione viene occupata la maggior parte del tempo, un impianto a pavimento potrà essere la soluzione più efficace. In quest’ultimo caso può essere interessante una soluzione con funzione di raffrescamento, pur considerando un ulteriore aggravio dei costi e la possibilità di formazione di condensa sul pavimento.

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RISCALDAMENTO A RADIATORI O A PAVIMENTO NELLE CASE IN LEGNO?


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Sunday, May 3, 2009

GLI IMPIANTI PER LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO

    SOLARE TERMICO, FOTOVOLTAICO, POMPE DI CALORE AD ARIA, GEOTERMICHE, CON SFRUTTAMENTO DELL’ACQUA DI FALDA, VENTILAZIONE MECCANICA A RECUPERO DEL CALORE, RISCALDAMENTO A PAVIMENTO, CALDAIE A CONDENSAZIONE, A LEGNA, A PELLETS.

    La scelta della dotazione impiantistica per il riscaldamento invernale ed il condizionamento estivo, per il miglioramento del confort termico va fatta con criterio ed oculatezza ed è tutt’altro che scontata. Il rischio di entusiasmarsi all’idea dell’autosufficienza ad ogni costo è alta, con costi assolutamente non rapportabili ai benefici ottenibili. Oggi sul mercato sono reperibili soluzioni tecniche sofisticate, in grado di sfruttare, con altissimi rendimenti, fonti di energia rinnovabili, poco o per nulla inquinanti.
    fotovoltaicoVi è un aspetto che il cliente che acquista una casa prefabbricata non deve mai trascurare:
    LE CASE IN LEGNO SONO ABITAZIONI A BASSO CONSUMO DI ENERGIA.
    Se ben progettate e correttamente realizzate, sono in grado di ridurre al minimo il peso delle bollette. La necessità di energia sarà quindi legata a quella percentuale residua di calore (o di fresco) dovuta ai picchi climatici esterni. In ogni caso si tratta di POCA ENERGIA. Di conseguenza la scelta dovrebbe tenere conto della richiesta minima a cui dobbiamo fare fronte. Ha conseguentemente poco senso investire massicciamente in impianti costosi e sovradimensionati, che difficilmente verranno ammortizzati. La scelta dovrà essere indirizzata verso un impiantistica efficiente ed economica, in grado di supportare le naturali condizioni di benessere che il legno è in grado di fornire in modo del tutto passivo.
    Una casa correttamente progettata, in grado di massimizzare gli apporti solari invernali e minimizzare il calore indesiderato durante il periodo estivo con elementi di schermatura, richiederà pertanto un quantitativo di energia davvero ridotto, soprattutto se la realizzazione dell’abitazione sarà eseguita con isolanti adeguati alla specifica zona climatica, di corretto spessore e composizione.
    Quali impianti meglio si accordano con le case prefabbricate in legno? Se possibile si dovrebbe per ovvi motivi evitare il ricorso all’aria condizionata. Le moderne pompe di calore sono in grado di riscaldare e raffrescare efficacemente. Il loro maggior limite resta il costo, soprattutto se si ricorre alla geotermia ed alla trivellazione del terreno in profondità. Sono pertanto maggiormente indicate per quegli interventi ove il consumo ipotizzato sia alto, come i condomini, gli uffici, le strutture commerciali. L’abitazione singola, che costituisce la tipologia costruttiva tipica per le strutture di legno prefabbricate andrà orientata nella maggior parte dei casi verso una caldaia a condensazione, possibilmente abbinata ad un riscaldamento a pavimento. La compresenza di un impianto di ventilazione meccanica a recupero del calore dotato di funzione di raffrescamento e deumidificazione, i cui costi di acquisto e di esercizio sono senz’altro abbordabili, può consentire condizioni di eccellente termoregolazione del clima interno con una spesa equilibrata. Con una cifra altrettanto equa è possibile installare sul tetto pannelli per la produzione di acqua calda sanitaria, in grado di essere ammortizzati in poco tempo. Interessanti sono le caldaie a pellets, a caricamento continuo, o a legna, soprattutto se abbiamo direttamente disponibilità di combustibile a costi ridotti. Anche stufe o camini ad aria possono fornire una fonte di energia ecologica ed economica, oltre all’indubbio piacere del calore visivo e sensoriale che può donare il focolare alla nostra abitazione.
    Un capitolo a parte merita il solare fotovoltaico. Il sole è la fonte di energia primaria e il suo sfruttamento diretto un obiettivo auspicabile ed inevitabile anche e soprattutto per affrontare il problema dell’emissione in atmosfera dei gas serra e dell’imminente esaurimento delle fonti fossili. Ad oggi il settore del fotovoltaico appare sostenuto artificialmente dagli incentivi previsti dai vari “Conto Energia” o “Scambio sul Posto”. La tecnologia solare è in rapida evoluzione e i pannelli attualmente sul mercato saranno soggetti a rapida obsolescenza nel giro di pochi anni. I costi di investimento restano alti e i tempi di rientro nella spesa superiori ai 10 anni nei casi migliori (senza entrare nel dettaglio dei vari “Mutui Energia”, così di moda oggigiorno). Personalmente ci penserei non una, ma mille volte …..

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GLI IMPIANTI PER LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO


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Wednesday, September 10, 2008

IL BENESSERE DELL’EDIFICIO, UNA VIRTU’ POCO CONOSCIUTA

    Ecco un aspetto invisibile delle abitazioni che distingue una casa di qualità da una poco sana e mal costruita.
    Il parametro ambientale che ognuno di noi osserva anche più volte al giorno per valutare la qualità del clima del nostro alloggio è la temperatura dell’aria. Il nostro bel termometro a muro (anche digitale, per i più sofisticati) rileva con precisione le oscillazioni termiche fornendo supporto scientifico alla nostra delicata decisione di attivare o meno l’aria condizionata o alzare-abbassare la temperatura dei termosifoni.
    Eppure spesso ci ammaliamo proprio all’interno delle nostre abitazioni a causa di correnti d’aria, umidità eccessiva, sbalzi di temperatura, aria troppo secca. E senza tener conto delle esalazioni tossiche provenienti da vernici e sostanze contenute nei materiali da costruzione (ma non è questa la sede in cui intendo trattare quest’ultimo aspetto).
    Non serve essere laureati in fisica per sapere che la temperatura è solo un aspetto che costituisce la sensazione di benessere avvertita dal corpo. Sappiamo che umidità e velocità dell’aria influiscono moltissimo sulla percezione del calore e questo vale tanto per l’ambiente esterno, quanto per il microclima di casa nostra.
    Non solo. Il nostro vecchio termometro rileva la temperatura in un punto preciso dello spazio ed è molto probabile che a poca distanza si possano trovare valori assai differenti. L’aria calda tende a salire verso l’alto; a maggior ragione in un alloggio su più piani (la classica casa a schiera) ci sorprenderemmo a fare letture diversissime tra un livello e l’altro. Eppure la maggior parte degli alloggi è dotato ancor oggi di un unico termostato (manuale od automatico, poco importa), con il risultato di un eccesso di calore in alcune zone e un deficit in altre. Mi permetto un piccolo suggerimento a basso costo, valido anche per la vostra attuale casa. Dotate ogni radiatore di una valvola termostatica. Si tratta in pratica di un dispositivo che, raggiunta la temperatura desiderata, isola il radiatore dall’impianto, con il risultato di migliorare l’uniformità del calore interno all’abitazione e facendovi risparmiare sull’utilizzo stesso della caldaia.
    Oggi è di gran moda l’impianto di riscaldamento a pavimento. Nulla a che vedere con i vecchi impianti degli anni ’60 che, funzionando prevalentemente per conduzione (scaldando l’aria), facevano gonfiare le gambe con risultati dannosi a medio-lungo termine. Gli impianti moderni, a bassa temperatura (sotto i 30° C), operano quasi completamente per radiazione (il piacevole effetto di un tiepido sole nelle fredde giornate d’inverno). Il risultato è un clima sano ed uniforme, anche se non mancano gli aspetti da valutare correttamente. Un impianto a pavimento radiante in una casa male isolata ci darà sempre una sgradevole sensazione di freddo. Dal punto di vista economico i costi di gestione (oltre al maggior investimento iniziale) rischiano di essere maggiori nonostante le basse temperature, in quanto i classici radiatori possono entrare in funzione solo quando serve (gli apporti del sole in una casa ben orientata e vetrata sono notevoli e, con un buon isolamento, a volte sufficienti). Se lavoriamo fuori casa tutto il giorno, possiamo scientificamente programmare lo spegnimento e l’accensione della caldaia in base al nostro stile di vita. Un impianto a pavimento necessità poi di tempi lunghi per entrare a regime in quanto, oltre alla serpentina in cui scorre il fluido, deve attivarsi tutto il pacchetto del solaio (laterocemento, sottofondo, massetto e pavimento), la cui inerzia termica è molto alta. Con il risultato di avere la caldaia logicamente accesa notte e giorno.
    D’altra parte chi possiede un impianto tradizionale a termosifoni sa bene che l’aria diviene piuttosto secca ed è sempre presente in casa molta polvere. In questo caso risulta difficile ottenere una buona uniformità delle temperature, in quanto le zone più lontane dai radiatori sono ovviamente più fredde rispetto a quelle nelle immediate vicinanze.
    Con una casa male isolata sarà indispensabile ricorrere ad un utilizzo massiccio del riscaldamento (con la conseguenza sopra elencate), mentre una casa a risparmio energetico diverrà garanzia di un piacevole microclima interno perché gli stessi movimenti dell’aria saranno a circolazione naturale, limitari e non forzati dalla presenza di zone calde e zone fredde.

    Estendendo questi criteri diviene persino banale affrontare il tema del raffrescamento estivo. I classici raffreddori, mal di gola, o peggio ancora bronchiti, polmoniti e infezioni batteriche dovuti a correnti d’aria fredda e a repentini sbalzi termici sono all’ordine del giorno con un uso intensivo dell’aria condizionata, soprattutto durante le ore notturne o, peggio ancora, con il getto rivolto direttamente verso di noi. La casa poco isolata nelle giornate molto calde ne rende necessario il ricorso massiccio, così come una casa ben coibentata non ne richiederà l’utilizzo. I benefici, evidenti dal punto di vista economico, lo sono ancor di più sotto il profilo della salute e del benessere.
    In passato le abitazioni erano realizzate con muri esterni di grande spessore, sia per motivi statici, ma anche e soprattutto per difendere da caldo e freddo. Il ricorso al cemento armato ha permesso di realizzare abitazioni dove le pareti esterne avessero solo la funzione di tamponamento, il che ha portato a perdere l’originale funzione di casa-organismo, in grado di adattarsi gradualmente ai cambiamenti climatici stagionali.
    Una casa in legno ha il grande pregio di comportarsi termicamente in modo naturale; i materiali di cui è costituita non rilasciano sostanze nocive, non vengono generate correnti d’aria e l’involucro non necessita di grandi apporti impiantistici, ma di semplici scelte tecniche mirate ed intelligenti, soprattutto se basate sullo sfruttamento di energie rinnovabili.

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IL BENESSERE DELL’EDIFICIO, UNA VIRTU’ POCO CONOSCIUTA


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