- Ideale per interventi contro terra o in condizione di umidità persistente se adeguatamente impermeabilizzato, si può evitare l’extracosto dell’intercapedine.
- Costi medio-bassi.
- Isolamento termico accettabile se adeguatamente coibentato con cappotto esterno.
- Manutenzioni limitate nel tempo.
- Non è possibile posare contro terra, necessità pertanto di un’intercapedine adeguatamente progettata, meglio ancora se con impianto di ventilazione meccanica.
- Costi più alti del tradizionale.
- Alto isolamento termico anche nel locale seminterrato, pari ai piani superiori.
- Manutenzioni costanti nel tempo e monitoraggio al fine di evitare ristagni di umidità, in particolare nella zona dell’attacco al suolo.
IL LEGNO CHE COSTITUISCE LA STRUTTURA DELLE CASE PREFABBRICATE DEVE ESSERE PROTETTO DAL CONTATTO DIRETTO CON L’ACQUA, EVITANDO PERICOLOSE RISALITE DI UMIDITA’ PER CAPILLARITA’.
Io come molti altri, soprattutto in questi ultimi tempi, ho intenzione di realizzare una biocasa in legno. Trattasi di una villetta su 2 piani per la quale sto attualmente valutando sia la tecnica XLAM che quella a TELAIO.
Nel caso del mio progetto, la zona giorno è semi-interrata, esiste infatti una porzione della zona giorno che per ovvi motivi volumetrici è interrata.
Quali sono i rischi nell'utilizzare il “legno” per la realizzazione del piano seminterrato ?
Ovviamente a progetto è prevista un'intercapedine di 70cm, ma mi chiedevo se l'ambiente poco aerato e scarsamente illuminato e quindi inevitabilmente più umido possa creare problemi nel tempo alle strutture in legno.
Inutile dire che tutte le aziende di case prefabbricate consultate non hanno sollevato alcun problema tranne una che proprio ieri mi ha messo penso a ragione la famosa “pulce nell’orecchio.
Inoltre non vorrei ostinatamente voler fare la casa in legno per poi trovarmi ad avere problemi legati ad una bellissima terrazza (tetto piano) che ahimè porta acqua ed umidità alla zona giorno sottostante.
Il fatto che molte aziende di case in legno abbiano considerato favorevolmente la fattibilità dell’intervento non deve essere interpretato a mio avviso come mancanza di scrupolo. All’atto pratico, l’intercapedine, se ben concepita, può essere più che sufficiente ad aerare il piano, evitando persistenti condizioni di umidità.
Mi sembra di capire che stiamo parlando di un piano parzialmente interrato e non di uno scantinato.
L’istallazione a questo livello dell’edificio di un impianto di ventilazione meccanica controllata a recupero di calore potrebbe garantire condizioni ottimali di percentuale d’acqua nell’aria, tenendo sotto controllo il tasso di umidità in tutte le stagioni.
Ovviamente, se da un lato l’intervento può essere ritenuto ammissibile, bisognerebbe capire se questa soluzione sia davvero indicata per la realizzazione del piano seminterrato. Una costruzione in cemento armato o in laterocemento, mantenendo l’intercapedine de adeguatamente protetta da un isolamento a cappotto all’esterno, potrebbe essere interessante dal punto di vista puramente termico, risultando maggiormente indicata sotto l’aspetto costruttivo. Chiaramente bisognerebbe conoscere il progetto e le scelte tecniche previste per ottimizzare l’impermeabilizzazione dell’edificio. Nel caso specifico, avendo a disposizione le piante, la sensazione è che l’intervento del seminterrato sia realizzabile sia in legno che in tradizionale.
Cerchiamo di riassumere pertanto i pro e i contro delle due soluzioni.
COSTRUZIONE TRADIZIONALE:
CASE PREFABBRICATE IN LEGNO
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→INTERRARE LE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO
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