IL SETTORE DELLE CASE PREFABBRICATE E’ IN COSTANTE ASCESA, MA SI DEVE REGISTRARE LA GRANDE DIVERSITA’ DEI NUMERI DI PRODUZIONE TRA L’ITALIA E IL RESTO DELL’EUROPA.
I grandi colossi del settore possono vantare la realizzazione di 800-1.000 case prefabbricate l’anno, contro le poche decine che vengono ancora installate nel nostro paese. Complessivamente si realizzano in Italia poche centinaia di case prefabbricate in legno, concentrate prevalentemente nel nord, con pochi cantieri nel centro e isolate realizzazioni al sud Italia.
Si tratta chiaramente di un settore assolutamente di nicchia, che fatica a farsi strada, basandosi chiaramente su una tradizione costruttiva distante da quella radicata nel nostro paese, tipicamente legata al mattone e, negli ultimi decenni, all’utilizzo intensivo del cemento armato, strutturale e non.
Il legno trova senz’altro una sua ragione costruttiva nella realizzazione degli elementi orizzontali come tetti e solai, settore in costante ascesa, per motivi soprattutto di carattere estetico.
Alcuni paesi Europei, al contrario, pur scontando una leggera contrazione della domanda di case in legno, utilizzano le strutture prefabbricate come principale alternativa alla realizzazione in opera, al punto che in Austria il 35% degli edifici uni e bifamiliari residenziali è stata costruita con la tecnica della prefabbricazione in legno.
La crescita delle case prefabbricate in legno in questi ultimissimi anni è senz’altro dovuta alla diffusione di tematiche come il risparmio energetico e l’ecologia anche per un settore tradizionale e poco propenso ai cambiamenti come quello delle costruzioni. La spinta ad avvicinare le case prefabbricate viene soprattutto dal cliente finale, spesso in aperto contrasto con il proprio tecnico. La sostanziale chiusura pregiudiziale dei principali soggetti del comparto, come le imprese e i progettisti, limita la diffusione capillare delle "case prefabbricate" ad una nicchia di applicazioni. Una spinta in questo senso viene data dai media, internet in particolare e dalle fiere dell’edilizia. Oltre ai principali eventi, Klimahouse in testa, è oramai prassi trovare stand delle principali aziende di case in legno in moltissime fiere, persino campionarie. E’ inoltre sempre maggiore la diffusione di riviste, specializzate o meno, che promuovono sempre più la realizzazione di case realizzate con tecniche costruttive alternative a quelle tradizionali.
Si tratta di uno scenario in divenire abbastanza positivo, ma non si può certo parlare di incrementi esponenziali. Le oscillazioni del prezzo del petrolio e dei costi energetici rendono mutevole lo stesso interesse nei confronti delle case di legno a risparmio energetico, senz’altro maggiore con il greggio a 150 $ rispetto ai prezzi attuali.
Infine il settore sconta pesantemente la mancanza di informazione seria ed approfondita, sia rivolta ai tecnici, che al cliente finale. Da questo punto di vista le aziende di case prefabbricate replicano un modello di vendita consolidato nei paesi del nord Europa, ma piuttosto distante dalle abitudini del committente italiano, abituato a dialogare con il proprio tecnico e con l’impresa di costruzioni, dando poco peso al ruolo del progettista. Non mancano ditte di case in legno che si pongono in posizione intermedia e puntano molto sulla personalizzazione e l’assistenza al cliente, ma spesso scontano il reperimento di tecnologie costruttive di minore qualità complessiva, provenienti soprattutto dall’est, limitandosi di fatto ad un ruolo di coordinamento della realizzazione.
Infine, come ribadito più volte all’interno di questo blog, luoghi comuni e pregiudizi limitano ad oggi il settore delle case prefabbricate ad una clientela informata ed aperta, attenta al risparmio e con una sensibilità ambientale spiccata, in attesa di una maggiore penetrazione della comunicazione in materia di case prefabbricate in legno.
I grandi colossi del settore possono vantare la realizzazione di 800-1.000 case prefabbricate l’anno, contro le poche decine che vengono ancora installate nel nostro paese. Complessivamente si realizzano in Italia poche centinaia di case prefabbricate in legno, concentrate prevalentemente nel nord, con pochi cantieri nel centro e isolate realizzazioni al sud Italia.
Si tratta chiaramente di un settore assolutamente di nicchia, che fatica a farsi strada, basandosi chiaramente su una tradizione costruttiva distante da quella radicata nel nostro paese, tipicamente legata al mattone e, negli ultimi decenni, all’utilizzo intensivo del cemento armato, strutturale e non.
Il legno trova senz’altro una sua ragione costruttiva nella realizzazione degli elementi orizzontali come tetti e solai, settore in costante ascesa, per motivi soprattutto di carattere estetico.
Alcuni paesi Europei, al contrario, pur scontando una leggera contrazione della domanda di case in legno, utilizzano le strutture prefabbricate come principale alternativa alla realizzazione in opera, al punto che in Austria il 35% degli edifici uni e bifamiliari residenziali è stata costruita con la tecnica della prefabbricazione in legno.
La crescita delle case prefabbricate in legno in questi ultimissimi anni è senz’altro dovuta alla diffusione di tematiche come il risparmio energetico e l’ecologia anche per un settore tradizionale e poco propenso ai cambiamenti come quello delle costruzioni. La spinta ad avvicinare le case prefabbricate viene soprattutto dal cliente finale, spesso in aperto contrasto con il proprio tecnico. La sostanziale chiusura pregiudiziale dei principali soggetti del comparto, come le imprese e i progettisti, limita la diffusione capillare delle "case prefabbricate" ad una nicchia di applicazioni. Una spinta in questo senso viene data dai media, internet in particolare e dalle fiere dell’edilizia. Oltre ai principali eventi, Klimahouse in testa, è oramai prassi trovare stand delle principali aziende di case in legno in moltissime fiere, persino campionarie. E’ inoltre sempre maggiore la diffusione di riviste, specializzate o meno, che promuovono sempre più la realizzazione di case realizzate con tecniche costruttive alternative a quelle tradizionali.
Si tratta di uno scenario in divenire abbastanza positivo, ma non si può certo parlare di incrementi esponenziali. Le oscillazioni del prezzo del petrolio e dei costi energetici rendono mutevole lo stesso interesse nei confronti delle case di legno a risparmio energetico, senz’altro maggiore con il greggio a 150 $ rispetto ai prezzi attuali.
Infine il settore sconta pesantemente la mancanza di informazione seria ed approfondita, sia rivolta ai tecnici, che al cliente finale. Da questo punto di vista le aziende di case prefabbricate replicano un modello di vendita consolidato nei paesi del nord Europa, ma piuttosto distante dalle abitudini del committente italiano, abituato a dialogare con il proprio tecnico e con l’impresa di costruzioni, dando poco peso al ruolo del progettista. Non mancano ditte di case in legno che si pongono in posizione intermedia e puntano molto sulla personalizzazione e l’assistenza al cliente, ma spesso scontano il reperimento di tecnologie costruttive di minore qualità complessiva, provenienti soprattutto dall’est, limitandosi di fatto ad un ruolo di coordinamento della realizzazione.
Infine, come ribadito più volte all’interno di questo blog, luoghi comuni e pregiudizi limitano ad oggi il settore delle case prefabbricate ad una clientela informata ed aperta, attenta al risparmio e con una sensibilità ambientale spiccata, in attesa di una maggiore penetrazione della comunicazione in materia di case prefabbricate in legno.
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→IL PRESENTE DELLE CASE PREFABBRICATE IN LEGNO
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→http://countryhousedesign.blogspot.com/2009/09/il-presente-delle-case-prefabbricate-in.html
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